Van der Poel, sei leggenda! Il "Divino" conquista il suo primo Mondiale su strada, podio mito con Van Aert e Pogacar

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Van der Poel, sei leggenda! Il "Divino" conquista il suo primo Mondiale su strada, podio mito con Van Aert e Pogacar

A Glasgow una corsa incredibile, con l'olandese che domina nel finale (nonostante una caduta) e anticipa l'eterno rivale, di nuovo secondo, e lo sloveno che beffa per il bronzo Mads Pedersen. Grande prova di Bettiol, ma il 10° posto è amaro: Evenepoel abdica, è stata una battaglia... brutale.

Una fucilata leggendaria, a 22 km dalla conclusione per andare a conquistare il suo primo titolo mondiale su strada, dopo le amarezze degli scorsi anni e in una stagione 2023 da libri di storia, primo di sempre (neppure Eddy Merckx ci riuscì) a mettere assieme in pochi mesi Milano-Sanremo, Parigi-Roubaix e maglia iridata.

Mathieu Van der Poel si prende Glasgow e una corsa mondiale unica, bellissima, su un percorso che diventa spettacolare una volta entrati nel circuito di 14,3 km da ripetere dieci volte; succede letteralmente di tutto, ma trionfa il corridore più forte, con un'azione di straripante potenza e pure con una caduta, rimediata in una curva bagnata (nel frattempo aveva cominciato a piovere, prima di aprirsi in un sole da arcobaleno simbolico come non mai in una giornata del genere) a 16 km dalla conclusione, quando l'asso olandese aveva già oltre 35” di margine su Wout Van Aert, Tadej Pogacar e Mads Pedersen, gli altri fenomeni che, assieme ad un grande Alberto Bettiol, hanno dominato la corsa negli 80 km finali.

MVDP si è rialzato subito, pur avendo rotto il boa della scarpa (e collezionando abrasioni sul lato destro del corpo), e ha continuato a guadagnare in maniera impressionante, arrivando a braccia alzate con oltre un minuto e mezzo di vantaggio per riportare, 38 anni dopo Joop Zoetemelk al Montello nel 1985, il titolo nei Paesi Bassi, il sesto in carriera a livello di Mondiali élite per questo ragazzo unico, dopo i cinque nel ciclocross e con l'obiettivo di un triplete storico, se sabato prossimo a Glasgow porterà a casa anche l'iride in mountain bike.

Van der Poel ha concluso con 1'37” rispetto al rivale di mille sfide, di nuovo secondo (come a Imola 2020): Wout Van Aert, infatti, non è riuscito a rispondere alla rasoiata dell'avversario orange, staccando invece poco prima dell'ultimo km Pedersen e Pogacar per andare a prendersi con qualche secondo di margine la piazza d'onore, mentre lo sloveno infine beffava il danese per salire sul suo primo podio in un Mondiale. Straordinario anche “Pogi”, capace di giocarsi con i più grandi specialisti da classiche anche in un contesto del genere e dopo aver fatto classifica al Tour.

Pedersen aveva acceso la corsa assieme alla sua Danimarca a 150 km dall'arrivo, praticamente all'ingresso nel circuito finale, dopo quanto accaduto a -191 km, ovvero lo stop della corsa per 50 minuti a causa di una manifestazione (in mezzo alla strada del tratto in linea da Edimburgo a Glasgow). Fatta ripartire la fuga (9 uomini in avanscoperta sin dal 20° km) e poi dopo quasi 7 minuti il gruppo, la gara è esplosa di fatto subito e nei dieci giri cittadini sono saltati uno dopo l'altro tanti dei co-favoriti.

Pensiamo a Philipsen, la ruota più veloce che ha dimostrato come il percorso fosse troppo impegnativo per lui, Asgreen, Matthews, la Francia che ha perso Laporte causa foratura e ha visto Alaphilippe non ritrovarsi neppure nella “sua” gara.

Ma che bravi gli azzurri di Daniele Bennati, sempre nel vivo della corsa, con Bagioli, Rota e Velasco a sacrificarsi per i leader che sono lì quando Pedersen, Van Aert, Van der Poel e lo stesso Pogacar attaccano in continuazione ancora lontanissimi dalla soluzione. Ai -90 km un episodio cruciale per le dinamiche della nazionale, con Matteo Trentin che cade sull'ultimo strappo prima del passaggio sul traguardo (dirà poi di aver colpito il piedino della transenna rischiando troppo e si teme una frattura alla mano).

Nel frattempo, il Belgio corre praticamente diviso in due: da una parte Evenepoel sempre costretto ad inseguire, su un tracciato dove fa tanta fatica a mantenere le posizioni di testa e soffrendo sugli strappi, dall'altra Van Aert con il solo supporto di Van Hooydonck e Benoot. Quando mancano ancora 55 km, ecco l'attacco di Alberto Bettiol: splendido il fiorentino, che arriva a guadagnare quasi 40 secondi a due giri dalla conclusione (29 km), ma è la caduta di Narvaez a spaccare il gruppo inseguitore e riaccendere la furia dei “fantastici 4”, ovvero Van der Poel, Van Aert, Pogacar e Pedersen.

Quando ai -22 km Bettiol è quasi ripreso, ecco lo scatto bruciante di MVDP che deciderà la corsa (con l'azzurro che in quel momento non riesce a tenere la ruota neppure degli altri tre fenomeni dopo aver speso tantissimo), mentre Evenepoel va alla deriva e abdica da campione in carica (sarà 25° ad oltre 10 minuti dal vincitore).

Gli altri piazzati? Stefan Kung, già 3° ad Harrogate 2019, è gran 5° in rimonta regolando in un gruppetto Stuyven, che di fatto ha aiutato un po' Evenepoel e si è fatto la sua corsa per il piazzamento chiudendo 6°, la sorpresa australiana Dinham, reduce della fuga del mattino e super 7°, il lettone Skujins, un Benoot esausto e appunto Bettiol, decimo dopo aver perso la top five praticamente nell'ultimo km. L'avrebbe decisamente meritata.

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