Giorno di riposo al Tour dopo le scintille (anche a parole) tra Pogacar, Evenepoel e Vingegaard...

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Giorno di riposo al Tour dopo le scintille (anche a parole) tra Pogacar, Evenepoel e Vingegaard...

Primo lunedì ai box, verso una seconda settimana che proporrà mercoledì l'arrivo in salita (morbido) di Le Lioran, ma soprattutto i Pirenei nel prossimo week-end con Pla d'Adet e Plateau de Beille. Il margine dello sloveno è ancora ridotto, ma la condizione strepitosa e con una UAE solidissima. Evenepoel punge: "Se Vingegaard avesse collaborato nella tappa degli sterrati, il podio sarebbe già definito".

Primo giorno di riposo al Tour de France e non si parla d'altro che della sfida a tre per la maglia gialla, visto che tra Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard, almeno per ora si è inserito un Remco Evenepoel di altissimo livello.

Certo, l'incognita sulle prestazioni del belga in alta montagna resta, non può bastare certo l'ottima scalata del Galibier (dal versante più morbido) per dire che il campione del mondo a cronometro, poi vincente contro il tempo nella sfida di venerdì scorso in Borgogna, può tenere il livello dei due “mostri”, sempre primo e secondo nelle ultime tre Grande Boucle (e vincitori, con due a testa, delle ultime quattro).

Remco si trova a 33 secondi da “Pogi”, il danese a 1'15” ma con la consapevolezza che il terreno dove esaltarsi, nonostante una condizione non straripante per quanto accaduto con il recupero post caduta all'Itzulia, deve ancora arrivare.

Lo stesso Evenepoel ha punto Vingegaard nel post tappa di ieri, quando al termine del confronto sugli sterrati di Troyes, è finita “zero a zero” anche perchè Jonas non aveva collaborato con i due rivali dopo l'azione del leader della Soudal-Quick Step che aveva staccato nettamente Roglic. “Avremmo potuto definire probabilmente già il podio di questo Tour, guadagnando 3-4 minuti, se Vingegaard avesse collaborato”, ha tuonato il classe 2000 di Schepdaal.

Dal canto suo, Pogacar è solido in giallo, sicuro di sé ma avere sempre Vingegaard alla sua ruota, dall'attacco sul San Luca a quello sul Galibier (quando è riuscito a staccarlo di quei 6-7 secondi in vetta che poi sono risultati cruciali con la successiva discesa), sino appunto al duello di ieri sulle strade bianche di Francia, ha ammesso che lo infastidisce. “C'è stata una grande opportunità per guadagnare terreno su tutti gli altri uomini di classifica – le parole del vincitore dell'ultimo Giro d'Italia – ma Jonas sta pensando solo a difendersi, la sua squadra segue solo me. Avevo gambe fantastiche e i compagni sono stati super, quindi va comunque bene così”.

Matteo Jorgenson, cruciale domenica per Vingegaard quando a poco più di 20 dal gong ha riportato la maglia gialla 2022 e 2023 alla ruota di Pogacar, ha confermato che Evenepoel, di fatto, non viene considerato dalla Visma Lease a Bike: “Il nostro avversario per la vittoria del Tour è Tadej Pogacar”, ha indicato chiaramente lo statunitense vincitore della Parigi-Nizza.

Guai però a sottovalutare un fenomeno come Remco, lo sa bene Tadej che ha chiuso un “buco” potenzialmente decisivo sul belga a 75 km dall'arrivo. E nella seconda settimana, Evenepoel potrebbe avere terreno abbastanza favorevole, visto che il percorso sino alle Alpi (da metà della terza) non sarà durissimo, e poi ci sarà ovviamente la cronometro finale da Monaco a Nizza che strizza l'occhio all'iridato di specialità.

Martedì si ripartirà con un arrivo “tranquillo” a Saint Amand Montrond, con probabile volata nonostante uno strappo nel finale, poi arrivo in salita a Le Lioran dopo vari su e giù negli ultimi 50 km, ma non sarà un traguardo così impegnativo da pensare che i grandi della generale possano arrivare distanti l'uno dall'altro. Poi altri due sprint quasi certi a Villeneuve sur Lot e Pau, alla 12esima e 13esima tappa, prima dei Pirenei con le rampe che porteranno alla linea d'arrivo di Pla d'Adet e Plateau de Beille. Ascese conclusive dove Vingegaard dovrà provare a lanciare un segnale magari contrattaccando rispetto ad un Pogacar che vorrà innanzitutto allontanare Evenepoel, perchè controllare un altro rivale del genere potrebbe risultare un bel problema per l'asso della UAE Emirates verso il sogno e obiettivo della storica doppietta Giro-Tour.

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