Nuovo caso di guida in stato di ebbrezza per Sagan, condannato a 3 mesi: "Mi scuso con tutti"

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Nuovo caso di guida in stato di ebbrezza per Sagan, condannato a 3 mesi: "Mi scuso con tutti"

Lo slovacco, che prenderà il via del Tour de France con la pena sospesa, era stato fermato lo scorso 12 maggio a Montecarlo dopo una notte trascorsa in giro per vari locali. Intanto, Mauro Gianetti avverte sulle condizioni di Pogacar: "Non si possono fare miracoli, Adam Yates sarà co-capitano della squadra".

Peter Sagan è finito nuovamente al centro di un caso di cronaca per guida in stato di ebbrezza, come già gli era capitato in passato.

Il fuoriclasse slovacco ha ricevuto ieri la notizia della condanna (da parte del Tribunale del Principato di Monaco) a tre mesi di reclusione, pena sospesa con la condizionale, oltre allo stesso periodo di ritiro della patente, per quanto successo lo scorso 12 maggio. Sulle strade di Montecarlo, dove il pluricampione del mondo vive da anni, Sagan era stato fermato dalle forze dell'ordine alle 11.35 del mattino dopo aver trascorso, come ammesso tramite i suoi avvocati dallo stesso corridore in forza al Team TotalEnergies, la notte precedente in giro per vari locali prima di rientrare a casa attorno alle 3.00.

Il tasso di alcool era di 1,46 mg/l, quasi tre volte oltre la soglia consentita, al momento della rilevazione dopo che “Peto” era stato fermato in sella al suo scooter. “La polizia ha notato il pericoloso comportamento del conducente – ha riportato il giudice, come spiegato dal quotidiano “Monaco Matin” - Gli agenti si sono avvicinati, hanno notato subito le condizioni della persona e di conseguenza è scattata la misura del controllo etilico. I sospetti sono diventati certezza e l'uomo è stato portato al più vicino posto di polizia per ulteriori accertamenti”.

Sagan potrà prendere regolarmente parte al suo 12° e ultimo Tour de France, lui che terminerà la carriera su strada di alto livello alla conclusione di questa stagione, ma è chiaro che quanto successo, unitamente ai risultati ben lontani, anche in questo 2023, dai livelli attesi da un campione del genere, non aiuta l'asso slovacco alla ricerca di un successo da ritrovare. Nella serata di ieri, il classe '90 di Zilina si è scusato per il suo comportamento.

 

POGACAR E... YATES

 

A due giorni dal via del Tour de France, con la presentazione ufficiale sul palco di Bilbao in programma questa sera dalle ore 18.30 (diretta tv su Eurosport 1 e Rai Sport), si parla naturalmente dell'attesissimo confronto per la maglia gialla tra Jonas Vingegaard, il campione in carica, e Tadej Pogacar che ha vinto la Grande Boucle nelle due edizioni precedenti.

Se il danese della Jumbo-Visma ha risposto al ruolo di primo favorito chiarendo di “poter ignorare la pressione”, lo sloveno del Team UAE Emirates è reduce da due mesi complicati di avvicinamento, dopo la frattura allo scafoide sinistro rimediata nella caduta alla Liegi dello scorso 23 aprile. Certo, il rientro ai campionati sloveni è stato ottimale con doppio successo tra crono e prova su strada, ma i dubbi rimangono sia sulla qualità dell'allenamento svolto da fine maggio in altura, dopo quasi cinque settimane di stop e rulli, sia sulla possibilità che quell'osso rotto possa dare ancora fastidio a “Pogi” nel corso delle (durissime) tre settimane del Tour.

In tal senso, il general manager del team emiratino, Mauro Gianetti, ha parlato a “L'Equipe” di un piano B legato alla presenza di Adam Yates, che sta vivendo un'ottima stagione ed è stato nominato co-capitano per la classifica, anche per giocarsi una doppia chiave tattica come fece la stessa Jumbo-Visma con Roglic nel Tour 2022, “incastrando” Pogacar nella tappa del Granon. “Vingegaard è il principale favorito, Tadej non è ancora del tutto recuperato dall'infortunio e dobbiamo stare molto attenti – le parole dell'ex corridore svizzero – Sì, è altrettanto vero che comincerà il Tour più fresco essendosi fermato per varie settimane, ma nel ciclismo i miracoli non esistono e ogni corridore deve fare i chilometri. Pogacar ha lavorato bene e abbiamo totale fiducia in lui, ma non abbiamo certezze.

Adam, quindi, sarà al Tour non solo per supportare Tadej, ma pure in qualità di co-capitano”.

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