"Pogastar", la doppietta Giro-Tour del mito Pantani è vicinissima. Vingegaard: "Io non mollo e attaccherò Tadej"

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"Pogastar", la doppietta Giro-Tour del mito Pantani è vicinissima. Vingegaard: "Io non mollo e attaccherò Tadej"

Con la doppietta sui Pirenei, Tadej Pogacar ha portato ad oltre 3 minuti il vantaggio sul grande rivale danese prima dell'ultima settimana che proporrà tre arrivi in salita, ma soprattutto i due tapponi di venerdì e sabato prima della crono da Monaco a Nizza. Dopo il riposo odierno, domani la probabilissima ultima volata.

Il secondo e ultimo giorno di riposo per arrivare con un minimo di recupero in più verso le sei tappe finali di un Tour de France n° 111, quello partito da Firenze, che potrebbe vedere, e adesso i pronostici vanno tutti in quella direzione, Tadej Pogacar piazzare la doppietta col Giro a 26 anni di distanza dall'ultimo campione in grado di riuscirci, Marco Pantani.

Nelle scorse ore si è parlato tantissimo del confronto col record di scalata del “pirata” a Plateau de Beille, migliorato di oltre 3 minuti e mezzo dal fenomeno sloveno: paragoni oggettivamente inutili per le mille differenze con quel ciclismo, ciò che conta è che “Pogi”, arrivato ieri al centro numero 80 tra i professionisti (ad appena 25 anni...), ora è sempre più vicino all'abbinata della maglia gialla, che sarebbe la terza della carriera per il leader del Team UAE Emirates, a quella rosa festeggiata a Roma lo scorso 26 maggio.

Sono 3'09” di margine su Jonas Vingegaard, 5'19” rispetto a Remco Evenepoel, a quasi 11 minuti c'è il compagno Almeida, quarto. Pogacar in ogni caso non vuole abbassare la guardia, pur avendo anche la squadra migliore rispetto all'eterno rivale danese che si ritrova con una Visma che in salita fa tanta fatica (buona la prestazione di Jorgenson domenica, ma il livello raggiunto dalla UAE nelle tappe di montagna è stato ben diverso); il percorso proporrà ancora tante salite, seppur la sensazione chiara è che i due traguardi in quota sui Pirenei dominati dall'asso di Komenda, a Pla d'Adet e Plateau de Bille, abbiano già fatto la differenza in maniera quasi definitiva.

Dopo lo stop odierno, martedì la 16^ tappa porterà ad uno sprint quasi certo, l'ottavo di questa Grande Boucle che vede Bini Girmay ad un passo da una storica maglia verde, sul traguardo di Nimes. Poi sarà tempo di Alpi, ma tra mercoledì e giovedì saranno arrivi tutt'altro che impossibili quelli di Superdevoluy e Barcelonnette: ben diversa la storia delle frazioni 19 e 20, visto che venerdì si salirà la vetta più alta, il Col de la Bonette scollinando i 2800 metri, prima dell'ascesa conclusiva a seguire verso Isola 2000, 16 km al 7% di media.

Lunghezza e pendenze simili per l'ultimo traguardo di montagna, sabato al Col de la Couillole, ma con un su e giù continuo dopo lo start da Nizza affrontando Braus, Turini e Colmiane. La “Promenade des Anglais” sarà poi lo stadio finale di un Tour molto speciale, con la cronometro al via da Monaco e lunga 33 km, con le scalate verso La Turbie e il Col d'Eze in un confronto contro il tempo che, a differenza di quanto accaduto nel 2023 con lo “schiaffo” di Vingegaard a Pogacar nella sfida di Combloux, potrebbe non cambiare le carte in tavola.

“Penso che la vittoria sia ancora possibile – ha detto dal canto suo, come riportano i colleghi di “Spazio Ciclismo”, il danese re della Grande Boucle nel 2022 e 2023 – Non mi arrenderò senza combattere, ho vinto il Tour due volte e non mi accontenterò del secondo posto. Non ho perso la fiducia, non crollo mai mentalmente e anche se Pogacar sembra molto forte, negli ultimi due anni abbiamo visto che può anche avere una giornata storta.

Può succedere di nuovo nella terza settimana, non è molto superiore a me. Se riesco a migliorare un po', saremo alla pari e io già ieri ho avuto la migliore prestazione della mia vita, quindi sono davvero orgoglioso di quello che sto facendo in questo Tour, soprattutto dopo i tre mesi che ho avuto con dodici giorni in ospedale. Anche Remco Evenepoel è molto forte, ma preferisco attaccare Pogacar piuttosto che guardarmi indietro”.

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Svelati a Parigi (che torna ad ospitare l'arrivo della Grande Boucle) i tracciati delle prossime corse alla maglia gialla: la corsa femminile, giunta alla quarta edizione nel nuovo format, proporrà nove tappe e il gran finale tutto sulle Alpi, mentre il 112° Tour de France maschile vedrà tanta quota con arrivi in salita durissimi e 44 km a cronometro, con la scalata a Peyragudes che sarà contro il tempo.