Turgis, che colpo nella spettacolare tappa degli sterrati! I big si scatenano, ma è un nulla di fatto

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Turgis, che colpo nella spettacolare tappa degli sterrati! I big si scatenano, ma è un nulla di fatto

Tour de France, la nona frazione con quasi 200 km attorno a Troyes vede imporsi il transalpino della TotalEnergies, che beffa per Stuyven e Pidcock. Evenepoel e Pogacar le provano tutte, ma Vingegaard e la Visma rispondono alla grande e Roglic si salva prima del giorno di riposo.

Uno spettacolo grandioso, dopo una prima settimana di Tour che in parte aveva deluso, ma oggi ha visto i corridori scatenarsi per oltre quattro ore di autentica battaglia lungo gli sterrati (32 km totali di strade bianche) attorno a Troyes.

La nona tappa della Grande Boucle, l'ultima prima del giorno di riposo previsto lunedì, non ha tradito le attese ed è stata corsa letteralmente a tutta dal primo all'ultimo km, tra lotta per la tappa (rimasta sempre aperta anche ai big della generale) e il confronto diretto per la classifica.

Alla fine ha esultato Anthony Turgis e la TotalEnergies, per il terzo timbro francese in questa edizione n° 111 e il primo in assoluto in un GT per colui che chiuse 2° nella Sanremo 2022, alle spalle di Matej Mohoric: il transalpino ha regolato un gruppetto di 8 con uno sprint di qualità per resistere alla rimonta di Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), amaro secondo davanti a Derek Gee (Israel) e i vari Aranburu, Healy, Lutsenko, Romo e uno Stuyven che aveva attaccato a 11 km dalla conclusione ed è stato beffato, raggiunto dai rivali a 800 mt dalla conclusione.

A 1'17” ha concluso un plotoncino con la maglia verde Biniam Girmay (sempre più in fuga nella classifica a punti con un centinaio di punti di vantaggio rispetto a Philipsen, battuto anche ieri dall'eritreo) davanti a Matthews, 10°, e Van der Poel 11° e mai pimpante come ci si attendeva, seppur all'attacco negli ultimi 50 km per provare a riaprire la corsa che, animata da una fuga di 14 uomini, di fatto si è decisa con l'azione da lontano (ad oltre 150 km dall'arrivo) che comprendeva Turgis e gli altri protagonisti che poi si sono giocati la tappa.

E i big? Beh, sono arrivati tutti assieme a 1'45” dal vincitore, è vero, ma hanno regalato un grande show.

Prima con l'attacco della Visma Lease a Bike e la difficoltà di Primoz Roglic, staccato di una trentina di secondi ai -135 km e rientrato solo dopo un inseguimento di circa 25 km (con Sobrero fondamentale per lo sloveno); poi con la sfuriata di Remco Evenepoel, partito ai -78 e al quale ha risposto in prima persona Tadej Pogacar, seguito come un'ombra da Jonas Vingegaard. I primi tre della generale e i più forti di questo Tour, almeno sinora, si sono però fermati dopo aver raggiunto i fuggitivi di giornata a 72 km dal traguardo e, a quel punto, è nata la nuova azione di Turgis & Co. che ha deciso tutto.

La maglia gialla, però, non si è certo accontentata di questo e a poco più di 20 km dal termine, su un nuovo tratto di sterrato ha attaccato in maniera violentissima, con Jorgenson che ha salvato Vingegaard (comunque bravissimo dovendo correre la seconda parte di tappa con la bici del compagno Tratnik per un problema accusato quando mancavano oltre 100 km) riportando il danese alla ruota dell'eterno rivale sloveno. La mancata collaborazione del duo Visma con Pogacar ha permesso a Evenepoel di rientrare (così come a Roglic, sempre in affanno) e rimanere così a 33” dal faro di questo Tour in una classifica che vede Vingegaard a 1'15” e Roglic a 1'36”, mentre Ayuso e Almeida sono sopra i 2 minuti dal compagno e leader della UAE Emirates.

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