Un Tour splendido (non per l'Italia) e un Vingegaard da sogno. Pogacar pensa alla rivincita, Vuelta in dubbio

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Un Tour splendido (non per l'Italia) e un Vingegaard da sogno. Pogacar pensa alla rivincita, Vuelta in dubbio

Il danese: "Ho capito di poter vincere la corsa più importante al mondo un anno fa, sul Ventoux". Lo sloveno, che ha mancato il tris consecutivo, deciderà nelle prossime ore se disputare un altro GT in stagione. Ipotesi Giro d'Italia 2023 difficile, ma non impossibile.

Un Tour de France meraviglioso, portato a livelli eccezionali da tre fenomeni che rispondono ai nomi di Jonas Vingegaard, Tadej Pogacar e Wout Van Aert, che non è il terzo corridore sul podio della Grande Boucle, ma ha dimostrato ancora una volta di essere il corridore più forte e completo al mondo.

Edizione 109 che è stata di nuovo negativa per l'Italbici, inutile negarlo, senza vittorie di tappa come nel 2020 e 2021, anche se i vari Bettiol, Dainese e Ganna non ci sono andati lontano chiudendo più volte in top five. Troppo poco, pensando soprattutto alla delusione di Damiano Caruso, l'uomo che avrebbe dovuto curare una classifica generale che non ha visto alcun azzurro tra i primi 30.

Ho capito di poter puntare alla vittoria del Tour nel 2021, scalando il Mont Ventoux”, ha confessato nelle scorse ore lo stesso Jonas Vingegaard, riferendosi a quella tappa nella quale staccò per la prima volta Tadej Pogacar, seppur lo sloveno avesse ampio margine e avrebbe poi vinto quella Grande Boucle proprio davanti al danese, che ora punterà al finale di stagione con le classiche italiane, escludendo Vuelta e Mondiale dai suoi programmi.

Il grande dubbio tra il terzo GT stagionale e la grande sfida iridata in Australia, invece, è proprio quello di Pogacar, che solo nelle prossime ore scioglierà la riserva sulla partecipazione alla Vuelta Espana dove nel 2019 vinse tre tappe, salendo sul podio finale al suo esordio in un grande giro. Martedì ci sarà una riunione con tutto lo staff della UAE Emirates, ragionando già in chiave 2023 visto che un altro nodo, oltre alla costruzione di una squadra che possa reggere il confronto con la super Jumbo-Visma ammirata in questo Tour, è la scelta del fenomeno sloveno se disputare o meno anche il Giro d'Italia, prima della rivincita per la maglia gialla tra un anno. “Jonas è stato il più forte quest'anno, io ci ho provato in tutti i modi”, ha spiegato con la consueta trasparenza “Pogi” dopo l'arrivo di Parigi.

E sul podio degli Champs-Elysees sorrideva eccome pure Geraint Thomas, a 36 anni nuovamente in top 3 nella corsa più importante al mondo: “Queste gambe possono ancora dare qualcosa – ha sorriso il gallese, che ha vinto il Tour nel 2018 e fu secondo l'anno successivo alle spalle del compagno di team Bernal – Sapevo che i valori erano buoni, ma sono andato ancora meglio di quando ho vinto, semplicemente davanti a me c'erano due fenomeni. E' un bellissimo risultato e... guardo ancora avanti”.

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