E' un Milan folle nell'Inseguimento iridato: impresa leggendaria con record mondiale!

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E' un Milan folle nell'Inseguimento iridato: impresa leggendaria con record mondiale!

Rassegna iridata su pista in Danimarca: il friulano piega nella finalissima il britannico Charlton. che nel pomeriggio aveva tolto il record mondiale a Ganna che ora torna in Italia grazie a Jonathan (che firma un 3'59"153 da annali). Lavreysen signore d'oro pure nel km da fermo, Mora beffa Larsen nella corsa a punti mentre Letizia Paternoster è lontanissima nell'Omnium.

Una prova leggendaria, un'impresa che rimarrà negli annali.

Alla Ballerup Super Arena, Jonathan Milan diventa a tutti gli effetti grande conquistando il suo primo titolo mondiale a livello individuale, vincendo con un record pazzesco, considerando che è stato fatto in finale ad appena 5 ore dalla qualificazione pomeridiana, l'Inseguimento iridato che significa anche sbloccare la casella azzurra delle medaglie d'oro in questa rassegna danese e sesto hurrà di un italiano nelle ultime sette edizioni iridate di una specialità dominata da Filippo Ganna.

Senza il verbanese in gara, ci pensa il neo 24enne friulano a salire sul tetto del mondo e lo fa con un primato assurdo, un 3'59”153 costruito con una finalissima di pura potenza e coraggio, visto che lo sprinter della Lidl-Trek parte fortissimo e tiene sino alla fine, battendo di un secondo quel Josh Charlton che aveva spaventato tutti nel pomeriggio, togliendo a Ganna il record mondiale con un 3'59”304 che sembrava inarrivabile.

Il “Toro di Buja” si è migliorato di oltre 1”1 e ha battuto pure quel tempo del ventunenne di una Gran Bretagna superata solo da Milan, visto che il bronzo è di Dan Bigham che domina la finale per salire sul podio contro il connazionale Charlie Tanfield. Decimo posto, in casa Italia, per Manlio Moro che aveva chiuso in 4'09” la qualificazione.

Nelle altre quattro finali di serata, che show di Harrie Lavreysen nel km da fermo: dopo la mazzata dell'8° posto nel Keirin, il campionissimo olandese decide di debuttare in questa specialità e lo fa dominando, per il suo 15° titolo mondiale in carriera ottenuto con un debordante 57”321 e oltre 9 decimi di margine sul connazionale Jeffrey Hoogland, campione in carica e padrone assoluto sui 1000 metri (da primatista mondiale), ma che deve inchinarsi al Re delle piste. Il bronzo è andato al britannico Truman, con l'Italia che piazza 18° Stefano Minuta e vive la delusione della mancata qualificazione di Matteo Bianchi.

Amaro per la nazionale di Villa anche il risultato dell'Omnium femminile, dove c'erano tante speranze di medaglia con Letizia Paternoster: la trentina è sottotono, come alle Olimpiadi di Parigi, chiudendo appena 13^ dopo una gara subito in salita e compromessa dal 15° posto nell'Eliminazione, la sua prova preferita, prima di una corsa a punti a secco. E' trionfo bis per Ally Wollaston, sinora la donna di questi Mondiali pensando anche al bronzo nello Scratch, con la neozelandese che comanda sin dal principio e controlla benissimo l'ultima corsa: 131 i punti totali contro i 119 della britannica Jessica Roberts, vera sorpresa di giornata, con la norvegese Anita Stenberg di bronzo e Jennifer Valente, campionessa olimpica e mondiale, amara fuori dal podio per una rassegna iridata sottotono della fuoriclasse statunitense, a secco di medaglie d'oro.

La corsa a punti maschile è andata a Sebastian Mora Vedri, che a 36 anni si regala, dopo due argenti di specialità, un titolo mondiale bellissimo (il primo per la Spagna qui a Ballerup) superando con l'ultimo sprint e per un solo punto, il danese Niklas Larsen costretto ad accontentarsi dell'argento davanti all'olandese Philip Heijnen. Mai in gara Michele Scartezzini, lontanissimo dal vertice e senza punti all'attivo.

Infine, il torneo della velocità individuale femminile dice Gran Bretagna, come da pronostico, con Emma Finucane padrona del velodromo e vincente per 2-0 in finale contro Hetty van de Wouw. L'olandese aveva piegato in semifinale l'altra britannica Sophie Capewell, che poi ha perso pure la sfida per il bronzo con la giapponese Mina Sato.

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