Mauro Vegni è preoccupato più dal Covid che dal meteo: "Non dipende da noi il futuro del Giro"

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Stradal'intervista

Mauro Vegni è preoccupato più dal Covid che dal meteo: "Non dipende da noi il futuro del Giro"

Il direttore della corsa rosa ha parlato a Rai Sport della situazione: "Abbiamo davanti due settimane e, considerata la situazione, non possiamo stare tranquilli".

Nel giorno della cancellazione della Parigi-Roubaix e dei dubbi, che emergono da più parti considerato che anche la Spagna, così come la Francia, si trova in piena emergenza pandemica, relativi allo start della Vuelta Espana (previsto il prossimo 20 ottobre), anche al Giro d'Italia ci si interroga sulla possibilità di arrivare a Milano il 25 ottobre.

Sinora la corsa rosa è stata gestita al meglio da questo punto di vista, ma lo stesso direttore del Giro, Mauro Vegni, ha parlato in maniera chiara ai microfoni di Rai Sport. “Abbiamo due problemi e sono il meteo per l'ultima settimana, anche se per ora il percorso è confermato, e la situazione Covid. Non possiamo sapere come può andare a finire, visto che i governi possono imporre misure in ogni momento di questa emergenza – le parole di Vegni – Abbiamo davanti ancora due settimane e già domenica e lunedì (primo dei due giorni di riposo, ndr) effettueremo nuovamente i tamponi.

Il pubblico si sta comportando correttamente, ma è chiaro che tutto è sempre in discussione, pur avendo fiducia”.

E anche tatticamente, se dopo la tappa di domenica con l'arrivo in salita di Roccaraso dovessero emergere problemi per la prosecuzione del Giro, potrebbe cambiare tutto in caso di corsa fermata anticipatamente con le successive tappe (soprattutto quelle di montagna e le due crono) annullate. Uno scenario già ipotizzato anche durante il Tour de France e fortunatamente mai rivelatosi reale.

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